giovedì 19 gennaio 2012

Il vero privilegio ...

Sono nato nel 1965, quindi appartengo ad una generazione che ha cominciato a lavorare per lo piu' con un contratto a tempo indeterminato.
Oggi la flessibilita' richiesta a chi si affaccia sul mercato del lavoro fa si che tale contratto puo' tranquillamente essere considerato come un privilegio.

I giovani oggi attraversano diverse fasi di precarieta', assai maggiori di quanto facevamo noi. In questa ottica, il progetto di flexsecurity proposto dall'onorevole Ichino, mi sembrava veramente opportuno, perche eliminava (per tutti i nuovi assunti) il privilegio dell'art. 18.

Il risultato di questo e' che le aziende avrebbero potuto gestire con maggiore flessibilita' la forza lavoro, e quindi avrebbero assunto di piu'.
Rifiutare tale cambiamento per il Sindacato e' miope. E corrisponde a difendere gli interessi degli attuali lavoratori dipendenti a tempo determinato, che ragionevolmente saranno anche i nuovi assunti con tale formula (se un azienda vuole che cambi lavoro mi deve offrire almeno lo stesso).

Quindi il fossato fra attuali lavoratori e "nuovi", ove i nuovi non riusciranno a raggiungere il privilegio rimarra' intatto.
In un momento storico in cui si dice che vigliamo abbattere i privilegi, i lavoratori a tempo indeterminato avrebbero dovito fare la loro parte (insieme ai taxisti, gli avvocati, l'Eni, i notai, i farmacisti etc.).

Peccato che il Sindacato non lo abbia consentito.
In qualche caso le ideologie e la protezioni di interessi particolari non aiuta il paese e allontana l'equita'.

Nessun commento:

Posta un commento