lunedì 30 gennaio 2012

L'anomalia Italiana


In uno dei primi post di gennaio discutevo del ruolo del rappresentante dei lettori al New York Time, e auspicavo che anche la stampa italiana si muovesse in quella direzione.

Oggi mi piace parlare del Commissario dei Diritti Umani delConsiglio di Europa, Thomas Hammarberg. È uno svedese, a conferma della lunga tradizione scandinava su questi temi, ed è stato a lungo Segretario Generale della Fondazione Olof Palme.

A dicembre ha pubblicato un'opinione sulla condizione del mercato televisivo nei paesi europei.
A pagina 120 si parla dell"anomalia italiana, che esemplifica come il processo di consolidamento degli operatori televisivi può rappresentare rischi acuti anche nelle democrazie più antiche".

"Nelle ultimi due decenni nessuna terza forza e' riuscita a constratare il cd. duopolio [...] Rai-Mediaset. Il duopolio e' stato accompagnato da un monopolio di fatto da parte di Mediaset nel settore televisivo privato e nel mercato pubblicitario. Prima della digitalizzazione la quota di mercato del "duopolio" era del 90% (ciascuno possedeva tre canali) [...] L'Italia si distingue anche per l'elevato livello di controllo della politica sulla televisione pubblica. Visto che il PRimo Ministro Berluscono co-possiede Mediaset, le usuali preoccupazioni sul controllo governativo della RAI sono aggravate da preoccupazioni sul controllo della principale fonte di informazione, la televisione.Le cd. leggi Gasparri e Frattini del 2004 erano studiate teoricamente per garantire pluralismo nei media [..]. Gli standard europei proibiscono il controllo politico di broadcaster privati, per eliminare interferenza politica e/o governativa. Germania e Gran Bretagna impongono restrizioni al controllo diretto di emittenti televisivi da parte di soggetti politici. Gli STati dell'Unione Europea richiedono che dette emittenti siano indipendenti da partiti politici e da personalita' politiche. L'Italia, nonostante la legge Frattini non vieta nessuna delle due cose.

Sono tutte cose arcinote, che non impressionano piu'.
Dovrebbe pero' fare riflettere che le scriva uno svedese, autorita' indipendente per il rispetto dei diritti umani del Consiglio di Europa.

Non e' che noi Italiani ci stiamo abituando a quello che altrove sarebbe inaccettabile ?

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