domenica 8 gennaio 2012

Le rendite da eliminare: La Chiesa

Ieri riportavamo il bel discorso di Monti sugli Italiani che - spesso inconsapevolmente - mettono le mani in tasca ad altri Italiani grazie alle rendite di cui godono.
Il Premier prometteva - e la sua storia personale rende tali promesse credibili, almeno nelle intenzioni - di porre fine a tale andazzo, spesso dovuto anche a leggi del governo centrale o dei governi locali.

Bene, speriamo che sia cosi', e noi vigileremo.

Nei mesi passati si e' spesso parlato delle "rendite" della Chiesa. PEr essere credibile ed equo, e colpire realmente a 360 gradi, come Monti dichiara di volere fare per guadagnarsi l'approvazione anche dei "colpiti" (mal comune mezzo gaudio) e' importante aggredire anche i privilegi di Santa Romana Chiesa.
Ieri questi arano riassunti mirabilmente sul Fatto Quotidiano in un bell'articolo di Marco Politi.

In sintesi si dovrebbe:
1. Cominciare a fare pubblicita' sul otto-per-mille allo Stato. Il governo ha stabilito che questi fondi vadano interamente a risolvere la questione delle Carceri ed a finanziare interventi di protezione civile sul territorio. Pubblicizzarlo, in concorrenza alla pubblicita' che ad aprile-maggio fa la Chiesa permetterebbe probabilmente, con un investimento di milioni di euro, di recuperare centinaia di milioni di euro in minori trasferimenti
2. Rivedere la quantita' di trasferimenti a favore della Chiesa. La legge concordataria prevedeva l-istituzione di una Commissione per rivedere tali trasferimenti nel corso del tempo. Considerato che gli stessi sono cresciuti da circa 400 mld di lire nel 1989 a oltre 2.000 mld di lire equivalenti, c'e' margine per la revisione
3. Correggere la metodologia truffandina di calcolo dell'otto-per-mille della Chiesa. Oggi si trasferiscono alla chiesa fondi proporzionali alle opzioni a favore della chiesa sul totale dei contribuenti optanti. E la maggior parte dei cittadini optano a favore della Chiesa. Quello che non si dice pero' e' che la maggior parte dei contribuenti non optano, non scelgono a chi destinare il loro otto-per-mille. Se alla Chiesa si destinassero fondi in proporzione al numero degli optanti a favore della Chiesa sul totale dei contribuenti (anziche' sul totale dei cittadini che esprimono la preferenza di destinazione del loto otto-per-mille) i trasferimenti alla Chiesa si ridurrebbero drasticamente
4. In mancanza della correzzione del punto 3, fare una campagna pubblicitaria per spiegare quanto sopra. Oggi la maggior parte dei cittadini sono convinti che se non optano i soldi vanno comunque allo Stato, e cosi' non e'. Informazione e trasparenza renderebbero piu' consapevole le scelte dei cittadini
5. Intervenire sull'Ici (ora IMU) della Chiesa. Una legge truffaldina oggi dice che la Chiesa puo' non pagare l'imposta sui immobili "non destinati esclusivamente ad attivit' commerciali". Basta quindi avere una cappella in un albergo, per non pagare l'Ici su tutto l'albergo. Un privilegio irragionevole, visto che l'attivit' genera profitti per la Chiesa.

Politi non lo cita, ma io aggiungo un intervento di riduzione dei fondi alle scuole private. Tali contributi sono peraltro incostituzionali, vosto che la nostra Costituzione stabilisce che possono esistere scuole private "senza oneri per lo Stato". Negli ultimi anni si e' assistito all'incremento dei fondi a favore della scuola privata  e alla contestuale riduzione dei finanziamenti alla scuola pubblica. Con la ben nota conseguenza che oggi le famiglie portano alle scuole addirittura la carta igenica, che le scuole non hanno i soldi per comprare. Anche qui occorre operare con urgenza e sollecitudine.

Monti, ci ascolti ?

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