lunedì 19 marzo 2012

Ma in che paese siamo ?


Nella strage di Via d'Amelia sono morti Paolo Borsellino e gli uomini della sua scorta.
E' un evento drammatico per il paese che ha certamente cambiato il corso degli eventi.

In questi ultimi mesi si e' incontrovertibilmente saputo che il motivo dell'assassinio del Giudice (eroe) e' stato principalmente per togliere un'ostacolo alla "trattativa Stato-Mafia".
Ma che tipo di Stato e' quello che sacrifica uno dei suoi - ripeto - eroi, per accordarsi con dei delinquenti ?
Vent'anni di silenzi dimostrano che gli interessi in gioco e le ambiguita' ci sono state ai massimi livelli delle Istituzioni.
Si parla di riunioni fra Ministro della Giustizia Conso, Direttore della Polizia Parisi, Direttore degli Istituti di Pena Niccolo Amato, ove a pochi mesi dall'istituzione dell'articolo s41bis sul carcere duro, si decideva di togliere da tale regime 500 dei 650 detenuti che vi erano stati destinati.

E troppi politici sono reticenti. Il l'ex Ministro della Giustizia Conso, l'ex Ministro dell'Interno Mancino, interi pezzi dei Ros. In 20 anni non si e' riuscito a sapere nulla.

E la stampa non ha indagato. Tuttora le notizia che escono fuori sono "attutite", anziché' essere amplificate da megafoni come l'importanza del tema meriterebbe.
Un paese dove l'ultima famosa (per chi si informa) intervista di Paolo Borsellino non e' mai stata trasmessa dalla televisione di Stato, un documento unico, che apre squarci incredibili sulla storia del nostro paese.

L'unica cosa che mi pare si possa dire con certezza e rimpiangere di non avere una stampa indipendente da altri poteri, che strutturalmente la creazione di una coscienza civile del paese e un "fame" di informazione.
Tutto ciò' e molto triste.

E purtroppo non sembra possa cambiare in tempi brevi.

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