sabato 11 agosto 2012

Funerali di stato.


"Io ho visto molti funeral di stato, io dico una cosa della quale io solo sono convinto e quindi puo’ anche non essere vera  ma molto spesso gli assassini erano sul palco delle autorita’"

"Io vorrei che gli Italiani sapessero che non e’ vero che i siciliani sono mafiosi. I siciliani lottano da trenta secoli contro la mafia. I mafiosi stanno nel parlamento .. i mafiosi a volte sono ministri. I mafiosi sono banchieri. I Mafiosi sono quelli che in questo momento sono ai vertici della nazione"

"Il problema della mafia e’ molto piu’ tragico e piu’ importante. E’ un problema di vertici e nella gestione della nazione ed e’ un problema che rischia di portare alla rovina ed al decadimento culturale definitivo l’Italia"

GIUSEPPE FAVA, giornalista, intervista rilasciata a Filmstory di Enzo Biagi, Dicembre 1983
10 giorni prima di essere assassinato dalla mafia

"Caro Paolo,
oggi siamo qui a commemorarti in forma privata perché più trascorrono gli anni e più diventa imbarazzante il 23 maggio ed il 19 luglio partecipare alle cerimonie ufficiali che ricordano le stragi di Capaci e di via D’Amelio.
Stringe il cuore a vedere talora tra le prime file, nei posti riservati alle autorità, anche personaggi la cui condotta di vita sembra essere la negazione stessa di quei valori di giustizia e di legalità per i quali tu ti sei fatto uccidere; personaggi dal passato e dal presente equivoco le cui vite – per usare le tue parole – emanano quel puzzo del compromesso morale che tu tanto aborrivi e che si contrappone al fresco profumo della libertà.

E come se non bastasse, Paolo, intorno a costoro si accalca una corte di anime in livrea, di piccoli e grandi maggiordomi del potere, di questuanti pronti a piegare la schiena e a barattare l’anima in cambio di promozioni in carriera o dell’accesso al mondo dorato dei facili privilegi.
Se fosse possibile verrebbe da chiedere a tutti loro di farci la grazia di restarsene a casa il 19 luglio, di concederci un giorno di tregua dalla loro presenza. Ma, soprattutto, verrebbe da chiedere che almeno ci facessero la grazia di tacere, perché pronunciate da loro, parole come Stato, legalità, giustizia, perdono senso, si riducono a retorica stantia, a gusci vuoti e rinsecchiti.
Voi che a null’altro credete se non alla religione del potere e del denaro, e voi che non siete capaci di innalzarvi mai al di sopra dei vostri piccoli interessi personali, il 19 luglio tacete, perché questo giorno è dedicato al ricordo di un uomo che sacrificò la propria vita perché parole come Stato, come Giustizia, come Legge acquistassero finalmente un significato e un valore nuovo in questo nostro povero e disgraziato paese.

Un paese nel quale per troppi secoli la legge è stata solo la voce del padrone, la voce di un potere forte con i deboli e debole con i forti. Un paese nel quale lo Stato non era considerato credibile e rispettabile perché agli occhi dei cittadini si manifestava solo con i volti impresentabili di deputati, senatori, ministri, presidenti del consiglio, prefetti, e tanti altri che con la mafia avevano scelto di convivere o, peggio, grazie alla mafia avevano costruito carriere e fortune."

ROBERTO SCARPINATO, procuratore generale della Corte di Appello di Caltanissetta, lettera letta il 19 luglio 2012, alla commemorazione per i 20 anni dell’assassinio di Paolo Borsellino, con il quale ha lavorato fianco a fianco nel pool antimafia.
6 giorni prima che il CSM aprisse una pratica per incompatibilita' ambientale a seguito di segnalazione di Nicolo Zanon, compomnente del CSM in quota PdL (PdL, come ti sbagli)



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